Sulla stupidità: un saggio di Robert Musil

Divaghiamo un po', parliamo di stupidità. Sulla stupidità (o sull'inconscio) è un saggio che nasce da una conferenza tenuta a Vienna da Robert Musil l'11 marzo del 1937. Strano, eh? Pensare di assistere ad un discorso (rigoroso e preciso tra l'altro) basato su un argomento così apparentemente privo di ogni attrattiva intellettuale innesca sicuramente un'immediato sorriso ma anche, a ragione, una bella dose di curiosità.

Cosa ci sarà mai da dire sulla stupidità? Com'è che uno scrittore così autorevole come Musil (che, non dimentichiamo, ha scritto il tomazzo L'uomo senza qualità; 1791 pagine fitte fitte, mica romanzetti da take away!), un autore pregno di un talento come il suo, decide di impelagarsi a cercare senso e significato di qualcosa dal più misero spessore? Eppur lo fa, e lo fa anche bene. Molto bene. Tant'è che a fine lettura, interdetti e scombussolati, resterete lì a domandarvi com'è che nessuno si occupi più dell'argomento. C'è da aggiungere, ad onor di cronaca, che Musil non fu il solo a parlare di stupidità. Prima di lui, Johann Eduard Erdman (allievo di Hegel) tenne una conferenza nel 1866 e provocò enorme ilarità quando rivelò l'argomento del discorso.

Cos'è la stupidità? Vi svelo il finale e vi anticipo che una risposta precisa non c'è; l'autore prova, attraverso ipotesi e associazioni, a definirne contorni e contenuti.

Stupidità come creazione

Esiste una sana incoscienza che guida talvolta i nostri gesti più arditi e riusciti; c'è chi la chiama istintività, chi la definisce imprudenza, qualcuno si appella anche alla fortuna, ma a nessuno è mai venuto in mente di associarla alla stupidità. Nel nostro immaginario un'azione stupida è un comportamento da non adottare, un atteggiamento sbagliato, un gesto che distrugge e non crea nulla. Non è esattamente così. Musil ci ricorda che già Erasmo da Rotterdam, nel suo Elogio alla follia, scrisse che "se non fosse stato per certe stupidaggini l'uomo non sarebbe neppure venuto al mondo." La stupidità acquisisce, in quest'accezione, un'importanza fondamentale. La stoltezza viene posta addirittura alla base della creazione.

Stupidità come furbizia

Si pensava, già parecchi secoli fa, che in alcune situazioni fosse più prudente non mostrarsi intelligenti.
Può darsi che questa prudenza fosse dettata da situazioni in cui per il più debole era realmente più intelligente non essere considerato intelligente, perché la sua intelligenza poteva minacciare l'esistenza del più forte. Per contro, la stupidità sopiva la diffidenza. La "disarma", come si dice oggi. [...] Per il potente il debole che non può è meno provocatorio del debole che non vuole.


Stupidità come provocazione

Un passaggio molto interessante è quello in cui Musil considera la possibilità che la stupidità possa essere istigatrice di crudeltà efferata, quasi di sadismo.
Anche la stupidità, si obietterà, non è sempre tranquillizzante. Può essere provocatoria, come dicevo. Per farla breve, di solito eccita l'impazienza e in rari casi la crudeltà. [...] La tangibile assenza di resistenze rende selvaggia l'immaginazione come l'odore del sangue il piacere della caccia; attira in un vuoto dove la crudeltà semplicemente si spinge "troppo in là", perché non trova più limiti.
E infine, coup de thèâtre, stupidità come: arte
Sfruttando alcune pratiche della psicologia analitica, l'autore ci dimostra come la stupidità, intesa come ingenuità intellettiva, possa diventare addirittura fonte di poesia.

La semplice stupidità è spesso una vera artista. Invece di rispondere alla parola-stimolo con un'altra parola, secondo la pratica (junghiana) una volta molto comune, risponde con intere frasi. Si dica quel che si vuole, queste frasi hanno in sé qualcosa di poetico.
Trascrivo, dopo aver indicato la parola-stimolo, alcune di queste risposte:

– Accendere il fuoco: il fornaio accende la legna.
– Inverno: è fatto di neve.
– Padre: una volta mi ha buttato già dalle scale.
– Nozze: servono a divertirsi.
– Giardino: in giardino il tempo è sempre bello.
– Religione: quando si va in chiesa.
[...] L'ingenuità e la corposità di queste risposte; la sostituzione di idee elevate con semplici storielle; l'importanza data narrando particolari superflui, a circostanze accessorie e a orpelli; la condensazione abbreviante; tutte queste sono pratiche arcaiche di poesia.
Insomma: stupido è bello. Facciamone uno slogan ché può sempre tornare utile.



sulla-stupidità-Musil-libroRobert Musil
Sulla stupidità
Traduzione di Cristina Guarnieri
La Vita felice 2013
ISBN 9788877994851

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